Centro di Documentazione e Comunicazione Generativa
“Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana”
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Nessuno è inadatto allo studio, e tantomeno alla scrittura. Chi lo sostiene lo fa per un misto di razzismo e di pigrizia, che non gli consente di vedere il potenziale di cui ciascuno è portatore. Questa è una solida certezza che ha caratterizzato l’intera esperienza di maestro di don Lorenzo e che nella Lettera – la prova provata della correttezza della convinzione milaniana – viene enunciata con un’espressione lapidaria, precisa, affilata come la lama di un coltello: La teoria del genio è un’invenzione borghese. E così la Lettera diventa un testamento programmatico per la scuola – e soprattutto per la società – del futuro (un futuro ancora oggi tutto da costruire): in cui al genio individuale e alla competizione si sostituisce il lavoro condiviso, la cooperazione in vista di un comune risultato.
In una lettera a Giorgio Pecorini del 7 aprile 1967 – quando mancavano meno di due mesi alla sua scomparsa – don Lorenzo è tornato su questo passaggio della Lettera, scrivendo «Non voglio morire signore cioè autore di libro ma con la gioia che qualcuno ha capito che per scrivere non occorre né genio né personalità perché ci sono regole oggettive che valgono per tutti e per sempre e l’opera è tanto più arte quanto più le segue e si avvicina al vero.»
Consegnandomi un tema con un quattro lei mi disse: «Scrittori si nasce, non si diventa». Ma intanto prende lo stipendio come insegnante d’italiano.
La teoria del genio è un’invenzione borghese. Nasce da razzismo e pigrizia mescolati insieme.
Anche in politica piuttosto che arrabattarsi nel pensiero complesso dei partiti è più facile prendere un De Gaulle, dire che è un genio, che la Francia è lui.
Così fa lei con l’italiano. Pierino ha il dono. Io no. Riposiamoci tutti:
Pierino non importa che ripensi a quel che scrive. Scriverà libri come quelli che c’è in giro. Cinquecento pagine che si potrebbero ridurre a 50 senza perdere un concetto solo.
Io posso rassegnarmi e andare al bosco.
Lei può seguitare a oziare in cattedra a far segnini sul registro.

- Fondazione don Lorenzo Milani, Barbiana: il silenzio diventa voce, Firenze, Emmeci Grafiche, 2013, p. 55
Agostino Burberi: Imparare la grammatica con un metodo innovativo
Agostino Burberi: Non saprei, dato che non riconosco la persona
Agostino Burberi: Agostino Ammannati
Agostino Burberi: Probabilmente davanti alla chiesa
Agostino Burberi: Non riesco a riconoscerlo, ma sicuramente non è uno dei ragazzi della prima generazione
Agostino Burberi: Sul tavolo si vedono dei foglietti sparsi. Lo studente doveva rimetterli in ordine seguendo una certa logica




